Gospel…

 

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Thomas A. Dorsay

…esiste un magico senso di continuità in tutta la storia della musica afroamericana di questo secolo. Blues, jazz, gospel, rithm’n’blues, soul, funky, rap sono vasi comunicanti.

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Mahalia Jackson

Bessie Smith è una meravigliosa cantante di blues che si esprime con l’intensità di una gospel singer. Mahalia Jackson, la più grande cantante di gospel del ‘900, non sarebbe stata la stessa senza la decisiva eredità del blues. Aretha Franklin unisce la spiritualità della Jackson e lo swing di Dinah Washington a un carisma del tutto personale.

Dai canti dei neri deportati dell’Africa al Nordamerica, convertiti al Cristianesimo  dai pastori protestanti, nascono i negro-spirituals, una fusione di work-songs, spirituals dei bianchi e ballads irlandesi e scozzesi.

 

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Sallie Martin

“Ben presto i negro-spirituals da semplici inni religiosi si trasformano in una esaltazione della liberazione del popolo nero come coerente alla divina rivelazione. La schiavitù contraddice Dio e nega la sua volontà; Dio certamente concederà, se non la fuga liberatoria verso il Canada, come fu per molti, senz’altro l’accoglienza nel suo Regno in riparazione dei torti subiti

La Bibbia è la fonte prima degli spirituals e contribuisce fortemente al processo di identificazione con gli Ebrei schiavi dei Faraoni in Egitto. La dimensione di popolo nello spiritual è rappresentata dalla sua stessa natura di canto di gruppo; il gruppo rievoca la tribù e l’assemblea dei credenti, mentre il predicatore che predica cantando e alternandosi col coro, ricorda l’anziano, il pastore, la guida religiosa.

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Roberta Martin

L’aspetto collettivo del canto raggiunge l’apice nel genere Gospel, confinato fino agli anni ’50 di questo secolo nelle chiese dei neri d’America e diffuso grazie alle voci di grandi interpreti come Mahalia Jackson, Sallie Martin e Roberta Martin.

Il suo iniziatore, Thomas A. Dorsey, musicista di Blues a Chicago intorno al 1920 recupera le forme tradizionali degli spirituals, in particolare dei “Jubilee” ovvero le marce come When the Saints e le fonde con le strutture musicali e ritmiche del Jazz e del Blues dando così vita ad un ibrido originale e complesso, ma dalla sonorità ben riconoscibile che costituirà il motivo del vasto successo di questo genere”.

 

Tratto da E.M. ROVIGHI, Breve storia del Gospel